L'anno scorso nacque l’iniziativa “Via Basaglia – la strada per essere liberi”. Una raccolta firme per intitolare una strada della città di Salerno a Franco Basaglia, l’uomo che ha cambiato la psichiatria. L’uomo alla cui lotta dobbiamo la legge 180, legge che ha dato il là alla chiusura dei manicomi in Italia.
Questo anno, giovedì 23 giugno 2016 alle ore 11:30, nel corso della conferenza stampa della terza edizione del ROCK'n'foll Festival sarà inaugurata il Viale Franco Basaglia nel Parco del Mercatello a Salerno con la partecipazione straordinaria di Peppe Dell'Acqua, salernitano, psichiatra dell'equipe di Basaglia, direttore del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) di Trieste.. Un gran risultato dopo la campagna di raccolta firme del 2015. Grazie al patrocinio del Comune di Salerno.
Questo anno, giovedì 23 giugno 2016 alle ore 11:30, nel corso della conferenza stampa della terza edizione del ROCK'n'foll Festival sarà inaugurata il Viale Franco Basaglia nel Parco del Mercatello a Salerno con la partecipazione straordinaria di Peppe Dell'Acqua, salernitano, psichiatra dell'equipe di Basaglia, direttore del Dipartimento di Salute Mentale (DSM) di Trieste.. Un gran risultato dopo la campagna di raccolta firme del 2015. Grazie al patrocinio del Comune di Salerno.
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Peppe Dell'Acqua ha cominciato nell’ospedale psichiatrico di Trieste nel 1971 con Franco Basaglia dove ha partecipato al cambiamento e alla chiusura del manicomio. Nel 1973 ha condiviso con Giuliano Scabia e Vittorio Basaglia la singolare esperienza del laboratorio dal quale uscì Marco Cavallo, il fantastico cavallo azzurro simbolo della liberazione e dei riconquistati diritti dei “matti”. Dalla metà degli anni ’70 lavora per la progettazione e la sperimentazione dei primi centri di salute mentale territoriali aperti 24 ore. Nel 1988 ha curato con Roberto Mezzina per Sapere 2000 “Il folle gesto”, una raccolta di perizie psichiatriche e di saggi sulla questione del carcere, del manicomio giudiziario e delle pratiche dei servizi di salute mentale di Trieste. Il libro ha contribuito ad avviare e sostenere percorsi legislativi, dibattiti e progetti per la chiusura dell’ospedale psichiatrico giudiziario. Dal 1996 è docente di Psichiatria Sociale presso la facoltà di Psicologia. Segue con particolare attenzione l’aspetto della comunicazione e ha collaborato alla pubblicazione di materiali divulgativi e alla produzione di programmi radiofonici e televisivi. Si occupa in particolare della formazione e del sostegno dei familiari di persone con disturbo mentale. Su questo tema, nel 2003, ha pubblicato per Editori Riuniti, “Fuori come va? Famiglie e persone con schizofrenia. Manuale per un uso ottimistico delle cure e dei servizi”. Nel 2007 ha pubblicato “Non ho l’arma che uccide il leone” con l’intenzione di comunicare il senso dell’esperienza del radicale cambiamento avvenuto negli anni ‘70.
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Sono trascorsi più di trent’anni da quel 1979 e, nonostante tutti questi anni, siamo ancora qui a lottare affinché la psichiatrica esca dai meandri del concetto di “malattia”, si scrolli di dosso disumane interpretazioni della stessa che portano alla segregazione, alla ghettizzazione e allo stigma.
L'iniziativa è promossa dal Progetto Rock‘n’foll, il festival che intende promuovere e sensibilizzare al tema della salute mentale e della condizione delle persone con disabilità mentale. Medicalizzazione, stigma, discriminazioni, emarginazioni, difficoltà di accesso al mondo del lavoro, carenza di servizi territoriali, sono solo alcuni dei drammi che le persone con disabilità mentale e le loro famiglie si trovano ad affrontare ogni giorno. La scarsità di strumenti di tutela e supporto, la paura e il pregiudizio diffusi, rendono difficili i percorsi di reinserimento sociale e occupazionale delle persone con disabilità mentale che sono così destinate alla marginalità e isolamento.
L'iniziativa è promossa dal Progetto Rock‘n’foll, il festival che intende promuovere e sensibilizzare al tema della salute mentale e della condizione delle persone con disabilità mentale. Medicalizzazione, stigma, discriminazioni, emarginazioni, difficoltà di accesso al mondo del lavoro, carenza di servizi territoriali, sono solo alcuni dei drammi che le persone con disabilità mentale e le loro famiglie si trovano ad affrontare ogni giorno. La scarsità di strumenti di tutela e supporto, la paura e il pregiudizio diffusi, rendono difficili i percorsi di reinserimento sociale e occupazionale delle persone con disabilità mentale che sono così destinate alla marginalità e isolamento.